Quando bisogna devitalizzare un dente?

nov 9, 2021 | Conservativa
Devitalizzare un dente significa asportarne la polpa, i vasi e i nervi fino all’apice del dente, in modo da cessarne la vitalità (ecco perché devitalizzazione), al fine di eliminare il dolore del paziente.

La devitalizzazione di un dente risulta inevitabile per risolvere alcune problematiche comuni nel campo odontoiatrico:
  • in caso di carie molto estesa e profonda, che arriva ad infiammare il tessuto pulpare, contaminandolo (pulpite)
  • quando vi è un granuloma, una lesione causata dall’infezione.
  • qualora un trauma abbia danneggiato la corona del dente coinvolgendo la polpa dentaria
  • in presenza di una ipersensibilità del dente, sia a cibi caldi o freddi che a stimoli meccanici (contatto, masticazione).
  • Se quindi il dolore percepito da paziente diventa insopportabile, tale da inficiare la qualità della vita quotidiana, o nel caso in cui si sia in presenza di condizioni che potrebbero portare ad infezioni, ascessi o granulomi, è preferibile intervenire con una devitalizzazione, piuttosto che attendere, rischiando di dover procedere ad un’estrazione del dente.
    • Ricordiamo infatti che, se possibile, è sempre meglio preservare i denti naturali del paziente, piuttosto che doverli estrarre e ricorrere ad altri tipi di interventi.

      Per prassi si effettua una radiografia del dente interessato, al fine di verificare la necessità dell’intervento.

      Se il dente è molto compromesso si dovrà procedere ad apporre una corona sul dente (capsula), altrimenti sarà sufficiente una classica otturazione. Qualora sia necessario incapsulare il dente, fino all’apposizione della suddetta capsula, è necessario porre attenzione alla masticazione, in quanto il dente devitalizzato può risultare più fragile rispetto al dente vitale.
Salus Oris centro di odontoiatria
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